La sua comparsa a metà del diciannovesimo secolo ha accelerato il mondo, ma oggi è praticamente scomparsa se non in alcune versioni elettroniche. Sopravvive il cartaceo per il suo valore legale in tribunale e per il suo carattere solenne per le istituzioni.

 

CheTariffa spiega che oggi il telegramma telefonico può essere inviato da uno smartphone, in modo abbastanza semplice e 24 ore su 24 direttamente dal sito delle Poste o tramite l’app Myposte. Un bel passo avanti considerando la storia del telegramma, che risale fin dalla seconda metà del 1800, e che nel tempo ha subito una progressiva diminuzione di flussi d’utilizzo nella società.

Ma veniamo alla storia del telegramma.

 

Questo era un telegramma

Ricevere un telegramma era quasi sempre legato a una cattiva notizia. Quel foglio piegato e sigillato conteneva spesso tristi novità, anche se non sempre. C’erano anche atleti, ad esempio, che venivano convocati dalle loro squadre tramite un telegramma per partecipare ad una competizione.

 

In quanto tempo arrivava il telegramma?

Erano gli anni in cui un telegramma poteva impiegare otto o dieci ore per arrivare a destinazione, attraversando tutti i nodi della rete nazionale.

Il messaggio veniva trasmesso premendo un tasto azionato da un operatore: il “deambulatore” o “manipolatore”, che apriva e chiudeva l’alimentazione della corrente elettrica.

Un impulso lungo era una linea e un impulso breve era un punto. Il ricevitore era costituito da una penna mossa da impulsi elettrici, che trascrivevano quei punti e quelle linee. Una stampante trasformava quindi il linguaggio Morse in lettere per elaborare un messaggio.

 

Gli inizi, un servizio per soli ricchi

 

Un telegramma, che veniva pagato in base al numero di parole usate, poteva costare $ 313 quando lo stipendio annuale di un telegrafista, ad esempio, era $ 4.000 all’anno.

A poco a poco divenne più conveniente e nel 1861 aveva un prezzo approssimativo di cinque dollari. Il minimo era di quattro parole e il cliente rinunciava agli articoli per renderli più economici.

Gli operatori del telegrafo erano pertanto specializzati nel comporre qualcosa di intelligibile con il minor numero di parole possibile, per agevolare coloro che non potevano permettersi grandi spese.

 

La morte di un mestiere

La seconda guerra mondiale ha cambiato il sistema.

Durante la guerra i cavi furono tagliati e la comunicazione iniziò ad avvenire via radio. Quel metodo finì per imporsi e il paesaggio si riempì di ripetitori.

Il telegramma ha cominciato a declinare negli anni Ottanta, negli anni Novanta è arrivata la comunicazione satellitare e nel XXI secolo pali e fili iniziarono a scomparire. E con loro, i telegrafi.

Una professione stava scomparendo e, con lui, un sistema di comunicazione che aveva rivoluzionato il mondo.

 

 

TELEGRAMMI FAMOSI

 

L’SOS del “Titanic”

Dal famoso transatlantico hanno inviato un telegramma chiedendo aiuto dopo la collisione con l’iceberg. Arrivò a Terranova, da lì fu mandato a New York e un messaggero lo portò alla White Star Company.

 

Göring chiede il comando

Hermann Göring inviò un telegramma ad Adolf Hitler chiedendogli, in considerazione del fatto che il Führer era assediato a Berlino, di assumere il comando del Reich. Hitler ha rifiutato, ma sette giorni dopo si è suicidato.

 

Il primo nella storia

Il 24 maggio 1844, Samuel Morse inviò il primo telegramma della storia da Washington a Baltimora: “Che cosa ha fatto Dio?” (“Cosa ha in serbo Dio per noi?”).

 

Da Dalì a Picasso

Franco aveva convocato nel 1950 la Prima Biennale di Arte Ispanoamericana, che incontrò il rifiuto di Picasso. Dalì ha approfittato di questa controversia per attaccare il ministro Sanchez Bella con un telegramma.

 

Stati Uniti, imparziali

Gli Stati Uniti rimasero neutrali durante la prima guerra mondiale finché l’Inghilterra non intercettò un messaggio dalla Germania al suo ambasciatore in Messico in cui chiedeva aiuto da questo paese in cambio della riconsegna del Texas, dell’Arizona e del Nuovo Messico.

 

2 + 1 = 3

 

Il matematico Dirichlet era un genio con i numeri ma parsimonioso nelle parole, come quando annunciò al suocero di aver avuto un altro figlio. Il telegramma diceva: “2 + 1 = 3”

 

E oggi?

Il tempo passa inesorabilmente e a causa della tecnologia, con e-mail e messaggi telefonici gratuiti, sta gradualmente scomparendo nell’uso comune. Ora è praticamente sparito, ma non del tutto. Sopravvive per due ragioni: in virtù dell’aura solenne e cerimoniosa che lo circonda, le istituzioni pubbliche in alcune occasioni continuino a usarla. Viene utilizzato anche per il suo valore legale, come prova giudiziaria, ad esempio, davanti a un tribunale.

 

Il telegramma sta scomparendo ovunque. Western Union ha annunciato la chiusura del suo servizio di telegrammi. La compagnia americana, che ai suoi tempi, un secolo e mezzo fa, sostituì i messaggeri del Pony Express, liquidò il sistema di comunicazione con cui trasmetteva alle famiglie la morte di migliaia di soldati durante la Seconda Grande Guerra.

 

Come anticipato precedentemente sopravvive però nel nostro paese grazie anche al servizio delle Poste Italiane, che permette di inviare il proprio telegramma online direttamente dal proprio smartphone, tablet o PC. Il telegramma preverrà al destinatario il giorno lavorativo successivo a quello di spedizione.