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Luglio 2019

Luglio 27, 2019

Il computer ricondizionato fa bene all’ambiente e alle tasche

Cosa significa ricondizionato

Col termine ricondizionato o rigenerato (in inglese renewed), si intende tutta quell’ampia categoria di prodotti che vengono ripristinati per garantire prestazioni pari al nuovo. Uno dei casi più lampanti di prodotto rigenerato sono ad esempio le cartucce per stampanti, che negli ultimi anni hanno guadagnato abbondantemente terreno per il vantaggio economico ed ecologico che offrivano: poter riutilizzare i costosi contenitori plastici perfettamente intatti, riempiti con nuovo inchiostro anziché buttar via tutto alla fine della prima carica.

Per i computer il concetto non è tanto diverso e si applica in realtà a moltissimi prodotti informatici come smartphone e tablet, ma anche a grandi e piccoli elettrodomestici. Un gruppo di tecnici esperti si curano di riportare a nuovo i PC prima di reimmetterli sul mercato come ricondizionati, garantendo dunque qualità e pulizia del prodotto.

Spesso sono oggetti che in origine erano stati restituiti dopo pochi giorni per un acquisto errato, prodotti con un piccolo difetto estetico o di funzionalità che viene dunque risolto senza scartare l’intero oggetto.

Le differenze fra ricondizionato e usato

La differenza fra questi due concetti è netta. L’usato solitamente presenta segni di usura evidenti, non viene testato ma venduto, nella stragrande maggioranza dei casi, con la soluzione della trattativa fra privati senza alcuna garanzia. Il ricondizionato, invece, torna a uno stadio originario e subisce una serie di procedimenti che il semplice usato non è costretto a superare. Inoltre, l’usato tende ad aver assunto tale veste dopo mesi di utilizzo, mentre il ricondizionato è pari al nuovo.
Il computer ricondizionato garantisce dunque:

  • Pulizia del software e dell’hardware;
  • Ripristino delle condizioni estetiche del prodotto per riportarlo pari al nuovo;
  • Test approfonditi per il controllo del funzionamento di tutte le sue parti e un controllo qualità.

In un certo senso, insomma, acquistare un rigenerato significa comprare un oggetto pari al nuovo, che spesso potrebbe aver subito più controlli di molti nuovi oggetti appena usciti dalla fabbrica. Questo, ovviamente, vale sia per quanto riguarda i computer portatili che i fissi.

Il risparmio dei computer ricondizionati

Uno dei motivi più validi per optare per un PC rimesso a nuovo, è il risparmio economico che esso concede. Un ricondizionato non potrà infatti mai essere rivenduto come nuovo, per quanto le sue condizioni siano impeccabili e la scatola intatta. Dunque il prezzo del prodotto tende a scendere di netto, con sconti importanti che possono andare da circa il 20% sul prezzo originale, fino anche ad un 70%. Una cifra non da poco se si parla di prodotti costosi come i computer.

Questo vantaggio, se avete la necessità di risparmiare in cima alla lista delle priorità, potrebbe diventare un motivo sufficiente per ignorare la categoria di computer nuovi. In particolare, i PC ricondizionati possono diventare una scelta vincente se non avete necessità di utilizzarli per lavoro o per gestire prestazioni particolari, rendendo potenzialmente uno spreco di denaro l’acquisto di un PC nuovo a prezzo pieno.

Perché il ricondizionato fa bene all’ambiente

Un’altra buona notizia, specialmente di questi tempi che l’attenzione all’aspetto dell’ecosostenibilità sta aumentando, è che il sistema di ricondizionamento può aiutare notevolmente l’ambiente. Le complesse operazioni di riciclaggio e smaltimento di prodotti articolati come i computer, possono richiedere infatti numerosi sforzi e anche l’utilizzo di determinate sostanze e procedimenti non esattamente eco-friendly.

Comprando un PC ricondizionato, dunque, si può andare attivamente ad alleggerire il carico di materiali di scarto e prodotti spesso buttati via nonostante siano ancora perfettamente funzionali o potenzialmente riparabili.
Un concetto insomma non tanto diverso dall’evitare gli sprechi sul profilo alimentare.

Bisogna anche tenere in considerazione il fatto che, oltre allo smaltimento postumo, anche la produzione del computer e tutte le sue componenti ha richiesto numerosi passaggi dispendiosi che sarebbe un peccato vanificare: fabbricazione, assemblaggio, confezionamento, trasporto e così via.

La garanzia e la sicurezza

Uno dei dubbi che più spesso ci si pone in merito ai prodotti ricondizionati riguarda la garanzia e dunque la sicurezza dell’acquisto stesso. In merito a questo aspetto, solitamente i computer ricondizionati sono coperti da un’assicurazione di un anno, capace di coprire tutti i problemi eventualmente riscontrati.
La durata di questa formula è dunque la metà rispetto a quella dei prodotti nuovi, ma non dovrebbe costituire un problema. Di solito, infatti, tale lasso di tempo è abbondantemente sufficiente a trovare eventuali problemi e difetti per richiedere comodamente un reso, una sostituzione o la riparazione. Si può chiedere conferma su Second Life Phone.

L’aspetto più importante della garanzia rimane comunque l’assicurarsi, prima dell’acquisto, della formula prevista dallo specifico venditore e tutte le relative condizioni per la gestione dei resi, dell’assicurazione ecc.
Ricondizionato può non essere necessariamente sinonimo di un prodotto guasto o difettoso ma, come anche nell’acquisto di prodotti nuovi, è sempre consigliabile tutelarsi al meglio a prescindere dalla convenienza o meno dell’offerta.

Dove acquistare un computer ricondizionato a buon prezzo e in modo sicuro

I PC ricondizionati, come anche gli smartphone, stanno diventando una formula sempre più apprezzata in vendita non solo su Internet ma anche presso negozi di informatica piccoli e non. Non dovrebbe essere difficile, dunque, trovare ottime offerte anche presso grandi distributori.
Se preferite invece la comodità degli acquisti online, oltre ai siti ufficiali dei grandi negozi, ci sono numerose soluzioni come Amazon, uno fra gli e-commerce più affidabili nella gestione di questo particolare genere di prodotti rimessi a nuovo.
Amazon rappresenta una scelta affidabile, inoltre, anche sul profilo dei resi e della gestione delle garanzie, oltre che della celerità delle spedizioni.

In conclusione, se cercate un computer pari al nuovo ma che costi drasticamente meno, il ricondizionato potrebbe essere la soluzione.

Luglio 21, 2019

L’innovazione nel vigneto si fa con robot, app, sensori e new tech

Che la tecnologia fosse pronta ad arrivare dappertutto era cosa alquanto ovvia: del resto, progressivamente, è riuscita ad entrare nella nostra quotidianità dandoci un supporto in tutto quello che facciamo.
Al contempo, appare ovvio che il suo impiego all’interno del mondo del lavoro ha, per certi versi, consentito di ottimizzare i tempi, migliorare l’organizzazione e i metodi, permettendo all’imprenditore di contenere i costi e offrire risultati in grado di soddisfare altissimi standard qualitativi.

Le macchine, nell’accezione più alta del termine, hanno concesso di dare maggiore sistematicità al lavoro, diminuendo drasticamente il possibile errore umano.
Se tantissimi settori hanno già ampiamente superato la fase di integrazione della macchina nella filiera produttiva, in alcuni casi il processo è stato più lento. Attualmente, il vero salto di qualità è pronto per essere fatto grazie all’ausilio di strumentazione sempre più all’avanguardia e tecnologicamente avanzatissima che, in molti casi, può essere controllata a distanza e che va ad affiancare gli strumenti già qualitativamente eccellenti usati nella filiera classica (da scoprire su agristorecosenza.it).

Indubbiamente, il mondo della viticultura non potrà esimersi dal progresso e, nonostante i già tanti sviluppo in tal senso, il futuro si presenta denso di novità che vedono l’ausilio dei robot e il loro controllo attraverso le app.

L’innovazione nel vigneto con il robot

Che l’innovazione nel vigneto potesse essere fatta con robot, app, sensori e new tech sembrava, fino a pochi anni fa, una cosa davvero assurda. Del resto, altrettanto assurdo, ci sembrava poter comunicare in tempo reale con l’altra parte del mondo, invece ad oggi la comunicazione istantanea con un altro continente è, praticamente, all’ordine del giorno.

Ecco perché la vigna e la produzione del vino non può esimersi da un’avanzata tecnologia che promette di rendere tutto più facile.
Oggi la vera innovazione tecnologica della viticoltura parte proprio dal vigneto. Infatti, si è tenuto a Spresiano, lo scorso 6 giugno, presso l’azienda Calle Busco del Crea di Conegliano, la prima dimostrazione su come la robotica possa rivelarsi indispensabile nella lavorazione del vigneto e dell’uva.

In quest’occasione Giorgio Pantano, inventore e viticoltore, ha dimostrato l’utilizzo del robot che si muove in autonomia, apprende in maniera autonoma e ottimizza il lavoro all’interno della vigna.
Lo scopo di questo viticoltore tecnologico? Semplicemente quello di migliorare la sostenibilità della lavorazione del vigneto oltre che il miglioramento della competitività con aziende di media e piccola dimensione.

Approfondendo l’argomento e cercando di conoscere meglio questo robot, si potranno rilevare le seguenti caratteristiche:

  • Sicurezza: le performance di guida automatica sono ottime e garantiscono un’indiscussa sicurezza in tutte le fasi di movimentazione e di lavorazione;
  • Autonomia: grazie alle centraline meteo messe in campo, il robot è in grado di prendere decisioni in autonomia relativamente ai trattamenti fitosanitari utili al benessere della vigna.

Altresì, si possono evidenziare almeno tre impatti positivi a livello generale:

  • Impatto ambientale: il robot è in grado di abbattere il numero di input impiegati grazie ai sensori utilizzati.
  • Beneficio aziendale: è ovvio che vi sia una riduzione dei costi della macchine necessarie ai vari trattamenti, al contempo l’azienda può impiegare la manodopera in attività meno ripetitive così da contenere il costo del lavoro.
  • Impatto sociale: è migliorativo poiché minimizza il rischio di infortunio da parte del personale impiegato nello svolgimento di questa tipologia di mansione.

In un mondo che si muove attorno alle app, non si poteva non pensare ad un’applicazione che fosse in grado di gestire il robot direttamente da smartphone, così da poter individuare la tipologia di intervento fitoterapico da attuare e gestirlo a distanza.

E nel resto del mondo come si sviluppa la viticultura?

L’Italia è un Paese che vanta una produzione vinicola sicuramente molto ricca ma, al contempo, si rivela anche un paese largamente legato alla tradizione e per questo molto attento all’introduzione delle nuove tecnologie all’interno della filiera produttiva. Ogni step deve essere attentamente valutato e considerato, affinché la produzione ne esca migliorata e non venga in alcun modo minata.

Contestualmente, nel resto del mondo i progressi in termini di robotica nel vigneto stanno via via progredendo, per poter successivamente essere largamente implementati all’interno della produzione vinicola.
La scelta di ricorrere alla tecnologia, di per sé, non è unicamente riconducibile a un abbattimento dei costi, ma può anche essere riferita alla necessità di monitorare la situazione del vigneto in correlazione al surriscaldamento globale e alla crescente siccità.

A tal proposito, proprio l’università di Lisbona si sta occupando di testare un nuovo robot, il quale, noto con il nome di Vinbot, è in grado di affrontare qualsiasi percorso, inclusi quelli con una pendenza fino a 45 gradi e offrire la possibilità di scattare foto ai vigneti, dando una previsione puntuale sul raccolto futuro.

I dati che vengono raccolti dal robot sono poi passati al vaglio da dei processori che, una volta elaborate le informazioni, sono in grado di dare precise indicazioni sulle aree meno produttive.
La messa a punto di questi sistemi di innovazione deve essere necessariamente definita in stretta collaborazione con le aziende vinicole che, oltre ad avere conoscenza del settore, sono in grado di evidenziare possibili problematiche ed eventuali necessità utili per ottimizzare il robot.

In merito a Vinobot, le prime indagini condotte hanno rilevato un margine di errore relativamente basso (indicativamente, ci si aggira attorno al 10-15%), e ciò fan ben sperare che questa tecnologia possa essere implementata con successo all’interno della lavorazione vinicola. Quel che è certo, quantomeno per il momento, è che questo robot non verrà messo in commercio prima dei prossimi quattro anni, tempo durante il quale le varie fasi di progettazione consentiranno di impostare alla perfezione lo strumento, così da immetterlo nel commercio nel pieno delle sue capacità.
Il prezzo ipotetico sembra potersi aggirare attorno ai 30 mila euro, nel complesso una spesa sufficientemente accessibile se si considera l’ammortamento che ne consegue, il contenimento dei costi vivi e la diminuzione dei rischi per il vigneto stesso.