Una società moderna focalizzata sul risparmio: i consumi in Italia

Ogni famiglia italiana, nell’arco di un anno, effettua una serie di spese che riguardano diversi prodotti e beni di prima necessità: i termini utilizzati sono quelli di spesa media e beni di consumo che incidono in modo sostanziale nei bilanci delle singole unità familiari.
L’indice dei beni di consumo è un dato economico che permette di considerare la salute finanziaria del Paese e poter creare anche delle statistiche tra le varie regioni, in modo da evidenziare quali siano quelle con possibilità economiche maggiori e, quindi, una spese proporzionata.

In una società moderna altalenante, questi dati sono molto importanti al fine di poter intervenire per limitare le spese superflue e porre attenzione al risparmio. In particolare, negli ultimi tempi, l’attenzione si pone sull’ambito energetico e sulle differenze di spesa tra le singole zone d’Italia.

Ma quali sono le regioni che risparmiano di più? E come si può intervenire sul consumo dell’energia elettrica nelle singole famiglie? Di seguito andremo ad evidenziare gli aspetti principali del risparmio energetico.

Quali sono le situazioni dei consumi in Italia

Con riferimento a una spesa annua generica che comprende non solo il pagamento delle utenze ma anche quello giornaliero dei beni di prima necessità, si nota, in Italia, un netto divario tra le differenti regioni. In particolare, la spesa maggiore si registra al nord, con un consumo medio per famiglia che si aggira intorno ai 33.631€ annui in Lombardia.

Se si paragona questo valore a quello della media nazionale che è pari a 28.251€, si può notare come fa molto scalpore il divario che si determina con regioni come la Sicilia, con 21.040€ e, ancora di più, con la Calabria che, invece, non raggiunge i 19.000€ di valore medio, con un divario di ben 9.000€ rispetto alla media nazionale.

Una realtà tra Nord e Sud che sembra riproporre l’idea di una netta differenza economica. Infatti, anche regioni come la Basilicata, con 22.317€, la Campania con 23.188€, il Molise con 23.250€ e Puglia e Sardegna con un valore annuo di 23.534€, non raggiungono neanche la media nazionale rimanendone al di sotto.

Se, invece, si pone attenzione alle regioni del centro, i valori sono leggermente inferiori al nord ma, comunque, rispecchiano la media nazionale, con il Lazio che prevede una spesa media di 29.790€, la Toscana con 31.543€ e Marche e Umbria con 26.000€.

I consumi energetici: il divario si azzera

Se i dati ISTAT e di Confesercenti ribadiscono una netta differenziazione della spesa media in Italia, se si focalizzano i costi nei singoli settori, ponendo attenzione al consumo energetico, si nota invece un appiattimento di questi valori. Infatti, i dati rivelano che, per tutto il territorio nazionale, vi è un consumo di energia elettrica che si aggira intorno ai 417€, mentre per il gas sale a 762€.

Ciò che si può evidenziare è il fatto che, in una situazione del genere, regioni come la Lombardia e la Campania prevedono dei consumi molto simili sia di gas che di corrente elettrica, anche se le necessità sono diverse. Se, poi, si analizza anche la produzione di corrente elettrica e di gas, l’azzeramento del divario dei consumi risulta ancora più evidente, ponendo un’attenzione particolare sul concetto di chi risparmia di più in Italia.

Il Sud è il maggior produttore di energia rinnovabile

Tra Nord e Sud vi è un altro divario che, questa volta, va nettamente a favore delle regioni meridionali e che riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Basta considerare che, nelle regioni del Sud, ci sono circa 23.500 imprese attive con più di 215.000 dipendenti che lavorano nel settore energetico e un fatturato annuo che si aggira intorno ai 144 miliardi di euro.

Una regione come la Basilicata, con la produzione a terra di Gas e Petrolio, a cui si aggiunge la Puglia e le altre regioni meridionali che inglobano circa il 60% della produzione di fonti energetiche naturali e, in Italia, attraverso l’eolico, il solare, le bioenergie e l’energia geotermica. Ma questo dato, anche se rilevante ai fini dei consumi energetici, non riesce a ridurre nettamente la spesa nell’ambito delle realtà familiari.

Oggi, però, grazie all’introduzione del mercato libero e alla possibilità di scegliere le aziende che pongono più attenzione alle fonti energetiche a basso costo e rinnovabili, è fattibile intervenire sul costo finale di gas e luce.
In ogni caso, ancora i consumi elettrici rimangono equiparati su tutto il territorio nazionale, senza una regione capostipite.

Come si determina il risparmio energetico nelle case

Risparmiare diventa oggi un dato di fatto e il costo medio stabilito dai dati ISTAT e da Confesercenti non fa altro che ribadire come sia consigliabile intervenire nelle proprie case, al fine di poter effettuare alcuni accorgimenti dal punto di vista degli sprechi energetici. Bastano piccoli accorgimenti che permettono di incidere in modo sostanzioso sulla bolletta del gas e dell’elettricità.
Ma come fare per migliorare la propria spesa annuale? Le soluzioni possono essere differenti e tutte molto semplici e pratiche.

Un esempio riguarda la tipologia di luminarie impiegata all’interno delle case. Si consiglia di valutare una sostituzione con la nuova tecnologia di illuminazione a LED di Luceled.com, grazie alla quale sarà possibile ottenere un risparmio consistente anche dal 50 all’80% sul consumo energetico. I LED possono offrire una qualità di luce e un’intensità luminosa molto elevata, con un impiego energetico più basso rispetto alla normale luce a incandescenza e al neon.

Altra soluzione può essere quella di disporre l’arredo di casa in modo da sfruttare la luce naturale per il maggior tempo possibile, quindi porre una scrivania sempre vicino alla finestra. Inoltre, può essere utile diversificare le tipologie di luci presenti in ogni ambiente, introducendo anche un regolatore a dimmer che permette di ridurre l’intensità della luce in rapporto a quella naturale esterna.

Infine, basta una semplice attenzione quotidiana, spegnendo i dispositivi come le TV e i computer senza lasciarli in stand-by, oppure decidendo di sostituirli con i nuovi elettrodomestici a basso consumo energetico.